Quello
del 1673 è probabilmente uno dei primi pali di cui
resta traccia documentaria per la risoluzione di una vertenza sorta
tra i vincitori. Dagli atti sottoscritti dal Luogotenente Giovanni
Maria Scorza di Senigallia e dal Gonfaloniere Marione Marioni si
apprende che il 17 maggio di quell'anno, al termine dei tiri Nicolò
Farinelli e Bonaventura Marcucci pretendevano ambedue di essere il
vincitore della gara. Quindi entrambi aspiravano a ricevere il premio
destinato ai balestrieri che fanno miglior colpo nella rotella, o
tasello colla veretta o frezza.
La causa di tale situazione era dovuta al fatto che la veretta del
Farinelli, una volta conficcatasi nel tasso, aveva perduto l'asta.
Pur avendo eseguito il miglior lancio il risultato di Nicolò venne
contestato dal secondo piazzato, Marcucci, la cui veretta si era
conservata per intero.
Convenute le parti, i Periti e professori di simil arte, si stilava il
lodo del quale si riportano i passaggi più significativi:
"[...]
benchè la frezza, o veretta del suddetto
Nicolò sia stata veduta infissa nel tasello senza il suo legno, che
per la veemenza dei colpi dell'altra cadde in terra, e per non essere
stata parimente la Rotella ben cavigliata et azzeppata nel muro, come
fu benissimo osservato;
non
di meno per essere stato raccolto detto legno caduto da i testimoni, e
fattosene poi da Sua Signora Eccellentissima il confronto, fu
rinvenuto che quello era il legno, o Veretta, che stata infisso nel
detto ferro, quando fu scaricato il colpo [...] e
con la riflessione anco della regola, che nel tassello dipende la
vittoria da chi s'avvicina più alla bolletta di esso con il ferro, ma
nella rotella giocano le penne della veretta. Et considerato
finalmente che secondo [...] la
dispositione di questo statuto al libro primo rubrica 67 deve quello
conseguire il premio, che più s'avvicina col colpo al tasello, o
bolletta esistente nel mezzo del medesimo, e non ha vendo altro
balestriero superato il colpo, e tiro del detto Nicolò Farinelli,
perciò [...] diciamo, dichiariamo
che il sopra detto Bonaventura Marcucci balestriero debba cedere al
prefato Nicolò Farinelli la vittoria per non averlo superato nel tiro
della frezza e successivamente doversi al medesimo Nicolò per premio
del suo plausibile colpo il Palio che sotto il 17 del corrente mese di
Maggio fu giocato da balestrieri di questa Città".
Tale decisione trova conferma anche nei capitoli del Palio redatti nel
1650 il cui punto XI recita: "Che le
Verete che saranno a Tasso, quella più vicina alla Buletta, vince il
Palio, benchè fosse sanz'Asta, e l'altra contigua, vinca la Rotella".
Da
L'Eugubino pag.31 - Anno XLIX, n.3
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