L'Eugubino
maggio 2001

  In questo numero: "I Balestrieri e la Balestra nel 1953".



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I Balestrieri e la Balestra nel 1953 di Fabrizio Cece

L' attività dei Balestrieri eugubini e tutto quanto ruota attorno a questa plurisecolare manifestazione eugubina furono caratterizzati, nel 1953, da tutta una serie di avvenimenti, principali e secondari, che meritano di essere ricordati anche per certi aspetti storici e politici di non secondaria importanza. 
A prescindere dal rinnovo delle cariche consiliari e dal Palio tradizionale con Sansepolcro, due furono i fatti che caratterizzano il 1953: la questione del diritto rivendicato da Siena sull'uso del termine "palio" e la manifestazione internazionale legata alla balestra che prevedeva inizialmente la partecipazione dei balestrieri di Austria, Italia, Svizzera e Germania.
Il 7 gennaio 1953 il sindaco di Sansepolcro, Mario Ugolini, avvisava il collega di Gubbio che la città di Siena aveva chiesto al Ministero dell' Interno che la denominazione "palio" venisse riservata alla "manifestazione delle contrade". Dopo aver ricordato che negli archivi biturgensi esistevano documenti sul "palio" già dal XVI secolo, Ugolini chiese al sindaco di Gubbio di far eseguire delle specifiche ricerche negli archivi locali per rintracciare altra documentazione atta a sostenere che i due comuni avevano "il pieno diritto di denominarsi 'Palio della Balestra per antichissima consuetudine" e che, quindi, la parola Palio non costituiva "un privilegio da riservarsi esclusivamente al Palio di Siena". Il sindaco Bei Clementi inviò subito la trascrizione dei Capitoli dei balestrieri già pubblicati da Lamberto Marchetti riservandosi senz'altro di far eseguire "diligenti ricerche" nell'archivio storico le quali, da un primo esame, si presentavano però laboriose. A fine gennaio il comune provvedeva a contattare anche Polidoro Benveduti, allora residente a Cagliari, il quale già l' 11 marzo spediva una propria relazione storica che inizia significativamente così: "La città di Siena pretende che il sostantivo 'palio' d'ora innanzi venga usato solo per designare il premio delle gare che si disputano nella sua 'Piazza del Campo' il 21luglio ed il 16 agosto di ogni
anno. Tale pretesa non ha nessuna fondatezza". Per uno storico della sua levatura fu oltremodo facile dimostrare che il termine conteso era usato già nel Duecento in tutta Italia e designava un taglio di I tessuto pregiato da assegnare come premio in manifestazioni di svariata natura, (corse a piedi o a cavallo, gare di tiro con l' arco o con la balestra). Per quanto riguarda Gubbio il prof. Benveduti richiamò l' arcinoto (oggi) passaggio della cronaca di ser Guerriero in cui si ricorda che il 17 maggio 1461, alla presenza della contessa Battista Sforza "se balestrò el palio". Il materiale raccolto dallo storico eugubino fu spedito a Sansepolcro per essere inoltrato alla prefettura di Arezzo mentre il consiglio comunale eugubino, nella seduta del 12 aprile 1953, decise di inviare, tra l' altro, al Ministero dell' Interno copia della delibera nella quale, sulla base della memoria Benveduti, si evidenziava come la parola "palio" fosse generica e "appunto perchè generica e da più Comuni e da antichi tempi e per varie manifestazioni r adottata" non poteva "costituire un diritto esclusivo della Città di Siena". Non avendo trovato altri documenti sulla questione credo proprio di poter dire che le assurde pretese senesi abbiano avuto degna fine: l'archiviazione agli atti! 
Ne11953, promosso dall'Ente Provinciale per il Turismo di Perugia e con la fattiva collaborazione del "Maggio Eugubino", venne organizzato a Gubbio il secondo Palio Internazionale della Balestra che, sulle prime intenzioni, avrebbe dovuto essere disputato tra le rappresentative di Austria, Germania, Italia, e Svizzera. L' importante manifestazione ebbe uno sviluppo piuttosto travagliato. Fissata inizialmente per il 16-17 maggio, per problemi organizzativi e per motivi elettorali fu quasi subito rimandata al mese di giugno. Ma il problema maggiore era rappresentato dalla partecipazione della rappresentativa tedesca. Il 25 maggio 1953 il sindaco Bei Clementi comunicò all'Ente Provinciale per il Turismo che "il Comitato 40 Martiri, insieme ad una Commissione di cittadini" si era presentata a lui facendogli presente "come non potrebbe essere tollerata la presenza di una squadra tedesca all'imminente Palio dei Balestrieri, tanto più che la gara" avrebbe dovuto svolgersi "alcuni giorni dopo la ricorrenza dell' eccidio dei Quaranta Martiri". La risposta da Perugia giunse due giorni dopo e in essa il dottor Lelio Torelli, dopo aver informato il sindaco che quella stesso giorno, assieme al dottor Fameti del "Maggio Eugubino" si era recato presso il prefetto per far presente la spiacevole situazione che si era venuta a creare, così continua: "Infatti, data I' assoluta impossibilità di escludere i Germanici, ai quali sono stati già diramati da tempo gl'inviti, inviti estesi anche ai loro rappresentanti diplomatici in Italia, e non potendo del resto esporre i balestrieri tedeschi, nostri invitati, a ricevere affronti o scortesie da una parte della popolazione eugubina, con la prevedibile ripercussione che ne deriverebbe alle nostre relazioni con la repubblica tedesca, ed alla politica di distensione che stiamo attuando, non abbiamo altra soluzione all'infuori della soppressione della gara. Forse vi potrebbero essere anche altre due soluzioni: una sarebbe quella di far disputare il Palio in un' altra città che non fosse Gubbio e che potrebbe anche essere Sansepolcro oppure Perugia che sarebbe arcicontentissima di organizzarlo. L' altra soluzione, poiché Lei nella Sua lettera parla anche di eccessiva vicinanza della data del Palio alla ricorrenza dell' eccidio dei 40 Martiri, sarebbe quella di spostare il Palio al mese di Settembre, sperando che il tempo e le già trascorse elezioni possano cambiare gli umori degli Eugubini dissidenti. Ma poiché non possiamo avere alcuna certezza della realizzazione di questa ipotesi non resta che sopprimere il Palio, oppure di farlo disputare in altra Città" . Stante le difficoltà incontrate e viste anche le nuove richieste di partecipazione formulate da altre nazioni, il sindaco decise nuovamente il rinvio della manifestazione al 5-6 settembre. L' artista perugino Edmondo Biganti eseguì i relativi manifesti pubblicitari in uno dei quali (poi, probabilmente, non più impiegato) compaiono i colori dell' Austria e della Germania. Nel clima di tensione creatosi si inserirono anche certe considerazioni del sindaco di Sansepolro che manifestava la sua preoccupazione per il fatto che la presenza di tedeschi appartenenti a certe associazioni revansciste germaniche potesse "alimentare le recondite velleità di taluni ambienti nostrani di nostalgici, non ancora rassegnati, del nazifascismo".
Spedite le prime richieste di partecipazione, i balestrieri svizzeri, favorevoli al torneo, fecero sapere il 20 agosto che i tedeschi non avevano ancora ricevuto l'invito e che gli austriaci erano sprovvisti di alcune armi. Il sindaco rispose che le armi sarebbero state fornite dall' Associazione Balestrieri di Gubbio.
Ragioni di opportunità potrebbero aver convinto i tedeschi a rinunciare alla gara. Quel che è certo è che la corrispondenza successiva al 20 agosto non coinvolge più i balestrieri germanici. Il Palio Internazionale della Balestra si svolse regolarmente il 5 e 6 settembre, data scelta definitivamente dal "Maggio Eugubino", e vide la netta supremazia della squadra elvetica su quella austriaca e su quella italiana, quest'ultima formata da due eugubini e da due biturgensi.

Da L'Eugubino pagg. 15 e 16 - Anno LII, n.2