Da
sempre conoscevo Alessandro Cipiciani, ma solo negli ultimi anni avevo
stretto con lui un rapporto più stretto di quello della semplice
conoscenza di vicinato. Lo chiamavo, come tutti , "Lesandro"
lui mi indicava come la "mia parrocchiana" infatti ci
incontravamo ogni domenica mattina a S. Maria, alla Messa delle 9,
facevamo insieme un pezzo di strada parlando del tempo, degli
acciacchi della vecchia, ma più spesso di Gubbio. Alessandro era
innamorato della nostra città e prendeva a cuore ogni problema,
spesso era critico, sempre preoccupato per le sue sorti, non a caso
era socio e consigliere del Maggio Eugubino. Rispettoso delle
tradizioni più autentiche di Gubbio fu balestriere conosciuto per la
sua "mira " e maestro delle generazioni più giovani che da
lui impararono l' arte della veretta. Ci incontrammo per I 'ultima
volta I 'undici maggio presso la redazione di "Gubbio oggi"
dove lo avevo invitato per raccogliere materiale fotografico sul Palio
della Balestra. Disponibile, come era nella sua indole, era venuto con
foto, ritagli di giornale, documenti sul suo passato di balestriere.
Trascorremmo insieme un' oretta durante la quale mi confidò anche un
suo rammarico e a conclusione disse: "...faranno loro, tanto io
moro presto...". Quando stava per partire, dalla busta che aveva
in mano cadde la fotocopia di un articolo che l'avvocato Gini aveva
scritto sul "castello " della torretta del campanone, io lo
raccolsi e lo lessi d'un fiato e domandai. Seppi che il castello del
campanone compiva in quei giorni 40 anni infatti si inaugurò nel
1953. L' opera fu realizzata da Alessandro: provetto maestro del ferro
battuto e sostituì quello ligneo, vecchio di secoli. Il castello del
peso di 45 quintali fu messo in sede, pezzo per pezzo, da Lesandro
insieme ai ragazzi della sua officina di Via Gioia. L'opera
commissionata dalla Soprintendenza ai Beni Culturali ebbe un costo di
un milione e mezzo di lire compreso lo smantellamento del vecchio
sistema marcito dai secoli. "Un mese e mezzo di lavoro"
ricordò Lesandro" e tanta paura il giorno delle prove fatte
insieme a Gaetano Nuti e Alfredo Lauri e pensare che non c' era
nennure il batoccolo, poi
tutto
andò a gonfie vele e il giorno dei Ceri mi sembrò che il campanone
suonasse bene come mai". Pensai di scrivere due righe su
questo anniversario e Cipiciani ne fu contento e mi promise una foto
che lo raffigurava nella sua officina al lavoro, me l' avrebbe portata
il giorno successivo alle 17.00. Il 12 lo aspettai, ma non venne alI'
appuntamento, pensai che non avesse trovato la foto, non sapevo che
alle 16,30 la morte era venuta a prenderselo quasi avesse ascoltato le
parole che mi aveva confidato.Caro Lesandro, vi ricorderò sempre come
un ottimo artigiano, un ottimo eugubino, un ottimo amico.
Da
Gubbio Oggi pag.13 - Anno III n.5 |
L'ultima domenica di maggio di ogni anno si
rinnova la secolare sfida della balestra antica all'italiana da
postazione contro la città di Sansepolcro. La gara, di cui si hanno
notizie già dal 1461 , ha come premio un "palio" opera di
prestigiosi artisti ed è spettacolo di genuino folclore. Il palio
1993 è stato realizzato su bozzetto dello scultore Agapito Miniucchi.
Le foto delle pagine seguenti dimostrano come la società
"Balestrieri di Gubbio" abbia portato alto il nome della
manifestazione e della città in molte piazze italiane ed estere
puntando sulla storia e sulla veracità della sua tradizione.
1935
Il Dr. Mario
Farneti, in abiti borghesi, mira al Tasso in Piazza Grande. |
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1951
I balestrieri in Piazza Grande. Tra il gruppo c'è anche una
"monna" in costume maschile incaricata di premiare i
vincitori del Palio. |
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Genova
1953
I balestrieri eugubini sono stati apprezzati ovunque ed hanno
partecipato a manifestazioni in ogni parte d'Italia.
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Data
non specificata
In Piazza della Signoria, ancora per metà a prato, i
balestrieri sfilano a cavallo nell'unico corteo che li ha visti
anche cavalieri. |
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