Gubbio Oggi
novembre 1999

  In questo numero: "Una Piazza all' eugubino Frondizi" e "Origini e Storia della Balestra".


 
Gubbio Oggi
Copertina



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Una Piazza all' "eugubino" Frondizi  di Lucia Ambrogi

Dietro la spinta dell'ambasciatore argentino a Roma, Felix Borgonovo e di alcuni , soci del Rotary Club di Gubbio, l'amministrazione di Gubbio, ha voluto intitolare la piazza antistante il Centro Santo Spirito ad Arturo Frondizi, un illustre concittadino, primo figlio di emigrati ad essere eletto Presidente dell' Argentina. Durante la cerimonia è stato presentato il libro "Arturo Frondizi, le radici eugubine, la vita, l' impegno in terra argentina" scritto da Maria Vittoria Ambrogi, Giambaldo Belardi, Giancarlo Sollevanti, edito dal Rotary Club di Gubbio che ha voluto così approfondire e valorizzare le origini eugubine di Arturo Frondizi e i legami che egli ebbe con la nostra terra. Nel libro, da cui sono tratte le foto e le notizie riportate in questo articolo, è anche raccontata la visita che Frondizi fece a Gubbio il 16 giugno 1960 durante la sua visita ufficiale in Italia.
Nell' occasione gli venne conferita la cittadinanza onoraria dal sindaco Giuseppe Bei Clementi che disse "La città di Gubbio vi accoglie con sommo orgoglio e fierezza e vi annovera con la concessione della cittadinanza onoraria fra gli uomini che nei secoli le hanno dato lustro e decoro nella politica delle armi, nelle arti e nelle scienze". 
Frondizi, presidente di una nazione di venti milioni di abitanti, rispose: "Ricevete, attraverso il mio commosso
saluto, l'abbraccio cordiale e riconoscente di quanti in Argentina devono all'impegno, all'industria e allo sforzo italiani quel qualcosa che alla loro vita ha conferito bellezza, bene, verità. Eugubini, che Sant'Ubaldo vi benedica". 
Gli eugubini lo accolgono con entusiasmo, con sincero affetto in una manifestazione festosa. In suo onore viene allestita una esibizione dei Balestrieri e lui stesso si siede al banco di tiro e scocca una freccia che finisce molto vicino al tasso. 
Il 17 giugno, dopo aver recato omaggio all'amato e mai dimenticato Patrono, assiste con vivo interesse alla corsa dei Ceri Piccoli. 
Gubbio ha voluto così onorare un cittadino illustre: "Una figura di politico-intellettuale raro e di grande caratura. Un uomo di grande realismo, determinazione, lungimiranza, amore per il bene comune che ha sempre lottato per la libertà contro la dittatura".

Da Gubbio Oggi pag. 24 - Anno IX, n.9

Origini e Storia della Balestra  di Eugenio Procacci

I balestrieri di Gubbio hanno consolidata fama di essere non solo abili tiratori nel centrare il "tasso", ma anche abili costruttori della propria balestra. Bravi dal banco di tiro, maestri nel preparare e nell'assemblare l'antica regina delle armi medioevali. Questo aspetto è di grande importanza perché consente ai balestrieri eugubini una conoscenza ed un uso più articolato e completo dell'arma in dotazione. 
Il raggiungimento di questo alto livello tecnico postulava un adeguato arricchimento culturale per incrementare nei balestrieri la consapevolezza storica del loro ruolo. Per questo il Consiglio Direttivo della Società Balestrieri, presieduto da Ubaldo Orlandi, ha voluto offrire a tutti i soci la possibilità di conoscere ed approfondire le origini e la storia della balestra e dei balestrieri nella nostra città. 
Ha lavorato per colmare questo vuoto la ricercatrice Patrizia Biscarini che in una conferenza dal titolo: "La balestra a Gubbio tra il XII e XV secolo. Da arma terribile e mortifera a strumento di pacifiche e abili gare di tiro", ha presentato il lavoro in occasione della "Giornata del Balestriere" organizzata il 23 ottobre scorso. Le prime balestre arrivarono in Europa dal levante, i primi ad usare quest'arma con perizia furono i balestrieri delle repubbliche marinare di Genova e Pisa. Non si hanno ancora certezze sulla origine della balestra a Gubbio, dando per scontata la credibilità di Greffolino Valeriano, nel tramandarci la partecipazione di truppe scelte eugubine alla prima e alla terza crociata (1096, 1189), quest'arma micidiale era sicuramente conosciuta anche se non diffusa tra le milizie cittadine e si può supporre che la magistratura comunale ne disponesse per la difesa della città.
La prima testimonianza arriva da una Bolla pontificia in cui Gregorio IX, il 4 maggio 1234, richiede al Podestà ed al popolo eugubino un manipolo composto da 30 militi e altrettanti balestrieri.

"Alla metà del secolo XlII -
è detto dalla Biscarini - la balestra è un 'arma consueta della fanteria degli eserciti d'ltalia: * per essere usata proficuamente è sottinteso un lungo esercizio; * nasce l'esigenza di formare specialisti e professionisti; *si sviluppano tecniche militari per chi deve difendersi dai dardi".
L'importanza data a quest'arma nel Libero Comune d' Agobio è dimostrata dal fatto che chi veniva eletto Capitano del Popolo era tenuto a lasciare al Comune una balestra "de osse" del valore di 8 libbre ra- vennafi; mentre chi era scelto come Podestà\ una balestra "de osse" e "bona" del valore di 10 libbre ravennati. La considerazione dei balestrieri crebbe a tal punto da giustificare la nomina di un Connestabile con il compito di comandare tutti i balestrieri preposti a difesa e custodia della città, del contado e del distretto. 
Che il sec. XIV sia stato importante per la balestra deriva dall'origine del Palio che, secondo alcune interpretazioni è da farsi risalire agli inizi del secolo con la disputa di gare finalizzate all'allenamento degli armati e con l'istituzione delI' Università dei Balestrieri: una vera e propria corporazione dedita al tiro con la balestra. 
Il successo di quest'antica arma continuò fino alla metà del XV sec. quando iniziò il suo declino sostituita dagli "schioppetti" favoriti dalla diffusione della polvere da sparo. 
L'iniziativa della Società Balestrieri rappresenta il primo passo di un percorso che deve portare, con la collaborazione di tutte le autorità cittadine, verso lo studio sistematico di questa nobile arte legata alla storia secolare della nostra città. 

Da Gubbio Oggi pag. 26 - Anno IX, n.9